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PREMIO A. GATTO

a.s. 2022-2023

 

 

Sabato 28 ottobre 2023, alle ore 10.00, nell’auditorium del Liceo A. Gatto di Agropoli, si è tenuta la premiazione dei vincitori del XV Concorso di poesia dedicato al poeta salernitano a cui la scuola è intitolata.

 

Il progetto proposto dal Liceo è stato coordinato dalle docenti prof.sse Cinzia Gliubizzi e Antonella Lauretti e si è sviluppato durante tutto l’a.s. 2022.23.

 

Il Concorso  ha avuto come tema  “La guerra”, realtà che tristemente ha caratterizzato e caratterizza tutta l’umanità dai primordi della sua nascita e che, oggi, è scenario di drammatica attualità.

 

“Il concorso ha visto la partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse e questo è un aspetto di grande valore culturale poiché significa che i giovani riescono non solo ad appassionarsi alla poesia, ma anche a sperimentarne il linguaggio con la scrittura di liriche personali ed originali” – ha affermato il Dirigente Scolastico, dott.ssa Anna Vassallo.

 

L’evento ha avuto come ospiti il dott. Ruggero Gatto, nipote del poeta a cui è dedicato il Liceo e il Senatore Alfonso Andria, sempre attento alle esperienze culturali del territorio salernitano.

 

Sono state, altresì, presenti le famiglie degli alunni partecipanti al progetto.

 

Durante la premiazione si è tenuto un estratto della rappresentazione dell’atto unico “La guerra spiegata ai poveri” di Ennio Flaiano, con la collaborazione della prof.ssa Annamaria Scola, un viaggio ironico e sarcastico attraverso i sentimenti e i nonsense della guerra di ogni tempo.

 

Momenti di grande emozione e di commozione di fronte alle parole e alla performance degli studenti e delle studentesse che hanno saputo toccare l’anima e creare una “connessione emotiva” tra tutti i presenti in auditorium.

 

Di seguito, vengono riportate le liriche vincitrici.

 


 

LIRICHE VINCITRICI

 

BIENNIO

 

 

“Luce”

Dove sei?

Ti ho persa tra le voragini di strade infuocate,

tra la desolazione di palazzi distrutti,

nel volto di un vecchio che pensava di aver visto già tutto,

negli occhi di un bambino impaurito,

nel saluto di un padre che è costretto a partire.

Ti ritrovo per un attimo

nello sguardo coraggioso di chi non ha paura.

Ti ho perso, ma ti cerco ancora.                           

 

Di Biasi Mariaelena - 1A Scientifico

 

 

MOTIVAZIONE

 

Nella lirica di Mariaelena la “luce” diventa metafora di pace, di speranza, di vita.

 

L’impatto con la distruzione e la desolazione della guerra è forte, lo si legge ora “sul volto di un vecchio che pensava di aver visto già tutto” ora “negli occhi di un bambino impaurito” ora “nel saluto di un padre costretto a partire”.

 

Eppure l’assurda attrazione di molti per la guerra, senza averne mai saggiato la crudezza, il linguaggio, la retorica, non spaventano Mariaelena che intanto persevera nella sua affannosa e incessante ricerca di “luce”, fino a ritrovarla “nello sguardo coraggioso di chi non ha paura” e che è convinto come lei che la guerra, prima che arrivi al fronte, va fermata nei cuori se si vuole evitare che quella “luce” si perda nel frastuono della Storia, vanificata dal senso di ingiustizia, di smarrimento e di terrore.

 


 

“Dipinto di guerra”

Due occhi mesti e profondi attirano l’attenzione,

hanno visto fin troppo,

due orecchie hanno imparato a non ascoltare,

un cuore pulsa al ritmo delle bombe.

Le lacrime non riescono più a scendere,

i piedi feriti,

il sangue non sgorga più.

Una scena di guerra bloccata sulla tela

dipinta da un pittore

per mostrare gli orrori.

Frammenti di vita sparpagliati,

la mente li ricorda nei giorni passati,

con la speranza di dipingere di nuovo

una realtà a colori.

 

Grenga Federica - 2B Classico

 

 

MOTIVAZIONE

 

Nella lirica di Federica tutto l’orrore della guerra è racchiuso nell’immagine di un dipinto su tela...è quanto si evince nella terza strofa. Come un’artista dell’espressionismo nei suoi quadri, così Federica ha dato nuova forma espressiva alla sua opera semplicemente arricchendo comuni elementi oggettivi di una nuova oggettività... così gli occhi diventano “mesti e profondi” e le “orecchie imparano a non ascoltare”. I versi sembrano pennellate rapide e decise, forti e piene di colore scuro, come a indicare tutta la crudezza e gli orrori della guerra che, nello stesso tempo, diventa metafora della morte che imprigiona l’uomo in un presente incerto, in una visione totalmente distopica della vita.

 

Poi c’è l’ultima strofa che invece risulta in antitesi con tutto ciò. In essa, infatti, all’ombra funesta della guerra, Federica in uno slancio vitale trasforma la storia umana in una favola a colori, colori che nel dipinto appaiono come lumeggiature sovrapposte. L’energia e la decisione delle pennellate di colori ben si conciliano con una più matura coscienza di sé, con una rinnovata attenzione alla vita celebrata qui nei colori della sua bellezza emozionale. Il paradigma che questo comporta non è più negativo come nelle strofe precedenti anzi è positivo... e allora qual è il messaggio della nostra Federica? La guerra è deprecabile e distruttiva, la pace, come la libertà, è invece il bene supremo della nostra esistenza!

 


 

“Speranza”

Di tanti palazzi

restano solo macerie

che nascondono le vite spezzate

e conservano la memoria di uomini,

donne, bambini un tempo felici.

Un soldato cerca

tra i cumuli e tra i fossi,

un segno, un lamento, un respiro.

Ma la vita tace

mentre la morte vince.

Vincono l’odio,

la violenza, la follia.

Il soldato guarda il cielo,

grigio come polvere da sparo,

chiude gli occhi e sogna l’azzurro,

il giallo e il rosa.

Il suo cuore trema di speranza.

Una lacrima

 scende sul viso,

si ferma sul suo sorriso.

 

Carrozza  Massimo - 2A Scientifico

 

 

MOTIVAZIONE

 

Nella lirica di Massimo, l’orrore della guerra ci viene narrato attraverso lo sguardo di un soldato sopravvissuto che cerca tra le macerie un “lamento”, “un respiro”, nella speranza di sottrarre una vita alla morte.

 

Poi il suo sguardo si sposta verso il cielo che, sebbene “grigio di spari”, lui sogna rischiarato dai colori di un’alba e un tramonto nuovi: l’azzurro, il giallo, il rosa.

 

Il soldato sa bene che la guerra non crea eroi ma solo morti e distruzione e per questo, come ogni essere umano nell’estrema precarietà della sua condizione, si aggrappa fortemente alla vita riempiendo il suo cuore di speranza fino a ritrovare il sorriso perduto.

 


 

TRIENNIO

 

“Un papavero”

Ormai è rimasto solo questo.

Rosso.

E’sempre stato tutto rosso,

eppure ora è diverso.

Rimane lì, solo,

tanto fragile da essere minacciato dal vento.

Eppure rimane, resiste.

In tanta distruzione finalmente un segno di vita.

Rinascita.

 

Grenga Lorenzo - 5C Scientifico

 

 

MOTIVAZIONE

 

Protagonista della lirica di Lorenzo è un “papavero rosso”, unico sopravvissuto alle atrocità della guerra.

 

Il suo, infatti, è il colore del sangue versato, sgorgato da un’ecatombe, ma la speciale e inaspettata fierezza del suo ergersi, dimostra quanto sia radicato alla vita, quanto nella sua meravigliosa insolenza, sia simbolo di Rinascita.

 

La lirica è un omaggio a chi, come il papavero, resiste all’indifferenza dinanzi a tanta desolazione.

 

La guerra, si sa, rivela la parte più buia di noi, ma al di là di questa, la parte luminosa, che si identifica con la coscienza, rimane sempre lì, tacita dentro di noi, nell’attesa di avere una risposta al nostro bisogno di eternità!

 


 

“Un grido”

Un grido arriva all’orecchio

i passi pesanti si inseguono,

un fumo nero come pece

riempie il triste giorno.

I cannoni suonano ancora

le campane annunciano la caduta

non rimane più nessuno in piedi

e niente riempie il silenzio.

 

Piccirillo Carmen - 4A Scientifico

 

 

MOTIVAZIONE

 

Nella lirica di Carmen la guerra viene descritta in pochi versi e attraverso rapide sensazioni uditive e visive, calate “nella triste e cupa atmosfera di un fumo nero come pece”.

 

Si tratta di 8 versi spezzettati in 7 frasi diverse, quasi una per verso e ogni verso è un’immagine ridotta alla sua essenzialità in modo che tutte le immagini sembrino tanti piccoli scatti che si susseguono.

 

Nell’ultimo verso, l’ottavo, la sensazione uditiva scompare, perché “niente riempie il silenzio”, fatto ormai di calma, di solitudine, di spiritualità perduta... E allora, cos’è la guerra per Carmen? Nient’altro che un pretesto per guardarsi dentro rapportandosi al mistero della vita e della morte!

 


 

TRIENNIO

(LIRICA VINCITRICE IN LINGUA)

 

La guerre”

La guerre tue celui qui survit à la paix.

La guerre ne costruit pas de maisons, elle laisse des morceaux de mur.

La guerre ne mettra jamais fin à une guerre,

elle sera seulement une guerre de plus entre hommes.

La guerre ne protège aucun peuple,

elle ne fait que pleurer des mères.

La guerre efface les cieux clairs,

elle laisse des nuages de sang qui cachent la lumière des coeurs des gens.

La guerre met fin à la paix,

elle jette les hommes hors de l’histoire,

elle ajoute de nouvelles dates dans les livres d’histoire.

Le but de la guerre n’est pas de trouver la paix,

il n’y a pas de gagnant si le nombre de victimes est infini.

La guerre n’est pas la haine qui jette les gens les unes contre les autres,

mais c’est la distance qui sépare les gens qui s’aiment.

Oubliez,

parce que les larmes du monde n’oublient pas.

Le jour viendra où un enfant demandera: “Maman, qu’est-ce que la guerre?”

Et maman répondra :”Une ombre d’un mauvais passé”.

 

Di Pasquale Landi Federica - 4B Linguistico

 

 

MOTIVAZIONE

 

La poesia presenta un lessico semplice e diretto. Ottimo è l’utilizzo delle metafore (“La guerre efface les cieux clairs,…livres d’histoires”) che rendono incisivi i messaggi facendoli arrivare all’anima del lettore forti e profondi. Eccellente la parte finale dove l’autrice con una semplice frase apre orizzonti di speranza racchiusi nel termine “passé” attraverso il quale si indica qualcosa che si spera possa scomparire per sempre…

 


 

TRIENNIO

(MENZIONE SPECIALE)

 

“With a child’s smile”

War,

a monster that destroys innocent lives,

dreams of love and joyful hopes.

It is the poor people who live the war

and cannot leave their land.

Mothers in tears,

their children with gunshots on their chests.

Some have faith and some no longer.

The smell of blood echoes in the air,

the cities become tombs,

where the sound of death resounds.

Torn corpses lie in the streets,

red colour paints the landscape.

Dull faces stand around,

but there is still a child

who smiles looking up at his stars.

 

Peluso Giulia - 4B Linguistico

                                                                   


 Immagine Ultima notte

Amatucci Antonio   5C Scientifico

 

 

MOTIVAZIONE

 

Una menzione speciale va alle liriche di Antonio Amatucci (“L’ultima notte”) e di Giulia Peluso (“With a child’s smile”).

 

Esse sono un monito al dialogo e al confronto preventivo. I versi sono brevi e taglienti, e di una profondità inversamente proporzionata alla loro brevità.

 

Poche parole, essenziali, uniche, irripetibili.

 

Una sferzata per l’anima ma anche un appello indimenticabile alla pace... un’accorata preghiera in nome dell’AMORE, panacea di tutti i mali!

 

Dunque non c’è traccia di odio in esse, ma solo la consapevolezza che l’estrema precarietà della condizione umana possa essere superata dal coraggio di amare!

 

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